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Intervista a: Francesco Restuccia

Poeta, scrittore ed uomo di raffinata cultura e sensibilità

 Dalle risposte pacate si evince una grande saggezza, frutto di grande esperienza. Colpisce inoltre una vena ironica, tipica degli uomini calabresi di spessore

 

Redazione

foto Salvatore Libertino

 

D) Lei è stato un insegnante, è un pubblicista, poeta e scrittore, ex corrispondente della Gazzetta del Sud, ex Presidente della Pro Loco ed ex Amministratore. Quale ruolo pensa di aver svolto con più entusiasmo?

 

 

R. Quando mi è stato affidato un incarico l’ho svolto sempre con impegno altrimenti non l’avrei accettato. L’unica mansione che non ho svolto come si conveniva è stata quella, per un breve periodo, di Presidente dell’A.V.I.S. di Tropea: problemi familiari non mi hanno permesso di svolgere compiutamente un’attività così importante e meritevole.

 

D) Tenuto conto del Suo ruolo di educatore, quali sono, secondo Lei, le  differenze tra i giovani di ieri e di oggi? E quali consigli Lei darebbe alla nuova generazione che sarà la realtà futura?

 

R. Ogni generazione manifesta pregi e difetti dovuti principalmente all’ambiente dove  si è nati, all’educazione che si è ricevuta in famiglia e nel corso degli studi, alle possibilità  economiche familiari, ai mezzi di comunicazione a sua disposizione. Consigli: “Essere onesti e fare quello che si vuole rispettando gli altri”.

 

D) Ha saputo che forse le Pro Loco chiuderanno i battenti per essere sostituite da Uffici turistici? Se così dovesse essere, quale ruolo dovrebbero e potrebbero avere i nuovi Uffici?

 

R. Cambiare nome alle Pro Loco, vale poco; bisogna cambiare mentalità nella gestione del turismo, specialmente al sud. Se non si rientra in questa ottica Tropea e  la costa degli Dei perderanno gran parte del turismo che loro spetta per le invidiate caratteristiche bellezze naturali di cui dispongono.

 

D) Ha dei suggerimenti per migliorare lo sviluppo del territorio e del settore turistico, considerata anche la crisi di quest’ultimo periodo?

 

R. Il turista non è un pollo da spennare, ma una persona da trattare con riguardo, con affetto, con gentilezza; bisogna offrire "servizi" di qualità, che soddisfi le esigenze di chi si sobbarca centinaia di chilometri e che non si accontenta, e non può accontentarsi, solo di mare, sole e cipolla.

 

D) Di solito i poeti vengono definiti personaggi che sognano. Lei ha un sogno chiuso nel cassetto?

 

R. A questa domanda preferisco rispondere con un proverbio calabrese: “Poeti, prosatori e pingi santi sempre moriru poviri e scuntenti”.

 

D) Sappiamo del successo riscosso dalla Sua ultima opera in versi dialettali “Terra mia, cui ti vidi ti vurria”, che noi abbiamo particolarmente apprezzato, mentre la stampa locale non ne ha dato particolare risalto. Ci può dire se è al lavoro per un’altra pubblicazione?

 

R. Ringrazio per l’apprezzamento che avete fatto alla mia ultima pubblicazione. Vi confesso tuttavia che ho fatto quello che ho saputo, nella spontaneità che mi è tipica e che sempre ha caratterizzato la mia vita: ho fatto del mio meglio, con impegno e serietà. Non ho, al momento, progetti per una futura opera. In merito all’interessamento della stampa se ne deduce apertamente che i miei scritti  non meritano alcuna attenzione. 

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