Concluso
l’ultimo modulo del Corso Base riguardante il BLS (Basic Life Support) di primo
intervento
Soddisfatto il coordinatore del gruppo comunale di
Protezione Civile
I volontari nelle prossime settimane saranno chiamati a sostenere gli
esami
di Caterina
Pandullo
foto Salvatore
Libertino
Il coordinatore del gruppo comunale di Protezione Civile, Antonio Piserà,
esprime grande soddisfazione per l’entusiasmo e la forte motivazione dimostrati
dagli aspiranti volontari che hanno seguito il Corso Base, suddiviso in più
moduli, necessario per sostenere l’esame che, una volta superato, consentirà
loro di conseguire l’attestato per poter essere subito operativi e iscriversi
all’albo regionale e nazionale dei Volontari della Protezione Civile. Domenica 6
aprile, presso la biblioteca comunale di Tropea si è concluso l’ultimo modulo
riguardante il BLS (BASIC LIFE SUPPORT) di primo intervento. A trattare il
delicato argomento è stato il dottore Massimo L'Andolina dell’Ospedale civile
di
Tropea. Il Basic Life Support (BLS) è una tecnica di primo soccorso che può - in
alcune circostanze - essere determinante per salvare la vita di un infortunato.
Per paziente infortunato , ha spiegato il dottore, si può intendere sia una
persona priva di sensi, sia una persona con un blocco meccanico delle vie aeree
(oggetti nella gola dei bambini, acqua nei soggetti che affogano), sia una
persona sottoposta a folgorazione elettrica oppure a politrauma della strada con
fratture, spesso alle costole; ed infine un paziente in totale arresto cardiaco
con temporaneo stato di coma. La tecnica nota come BLS, che comprende la
rianimazione cardiopolmonare è compresa nella sequenza di supporto di base alle
funzioni vitali. Il relatore inoltre ha dato notizie ai volontari di una svolta
epocale nel campo del primo soccorso ad un soggetto infartuato, comunicando che
L’American Heart Association nelle ultime ricerche ha dimostrato che non si
deve perdere tempo alternando respirazione e compressione del torace perchè
interrompendo il massaggio per fare le insufflazioni si può rendere
l’intervento poco efficace e inoltre c’è anche il rischio per il soccorritore
di contrarre infezioni dal momento che si ignora lo stato di salute dello
sconosciuto a cui si presta soccorso. Ha anche aggiunto che la respirazione
bocca a bocca non serve in caso di annegamento – perché prima bisogna liberare i
polmoni dall’acqua – o di overdose di stupefacenti, puntualizzando che “anche se
la rianimazione cardio-polmonare può raddoppiare le possibilità di sopravvivenza
è meglio evitarla se non la si sa fare”. I volontari nelle prossime settimane
saranno chiamati a sostenere gli esami e chi li supererà potrà dare, grazie
alle competenze acquisite, un valido supporto nelle situazioni di emergenza che
dovessero verificarsi. |