Addio
fiocchi sulle porte e cicogne sui tetti
A Tropea non si nasce più
Dopo anni di
attività, ha chiuso il reparto di Ostetricia e Ginecologia del presidio
Ospedaliero di Tropea
di Bruna Fiorentino
foto Salvatore Libertino
Tropea
- In data 24 aprile 2002 alle ore 12,30 munito del conforto di 30 dipendenti
del reparto, ha cessato di vivere l’attività di Ostetricia e Ginecologia del
presidio Ospedaliero di Tropea. Si ringraziano per il disinteresse totale, la
Dirigenza tutta, le Autorità civili locali e dei comuni limitrofi, la
Cittadinanza tutta, oggi apatica, che sempre ha usufruito dell’efficienza e
della qualità dei servizi prestati.
Questo è stato il contenuto di un necrologio apparso sui muri della città
qualche giorno dopo la chiusura del suddetto reparto. Come dire: “A Tropea non
si nasce più”.
E il misfatto non è di secondaria importanza perché chi è di Tropea sa, nel
proprio intimo, quanto di estremamente
grave sia contenuto in tale decisione.
Infatti ne deriva in termini di orgoglio una inimmaginabile menomazione: mai più
apparirà in un documento personale Tropea, come luogo di nascita, vanto e
nostalgia di tanti Italiani all’estero e in patria che spesso, costretti
all’esilio, vivono il proprio momento di gloria davanti alle esclamazioni di
meraviglia e di stupore di chi, ovunque nel mondo, conosce ed ama questo posto.
Ma la politica ed i conti pubblici sono tutt’altro, niente a che vedere con i
sentimenti dell’uomo qualunque. Così, in meno che non si dica, il reparto di
Ostetricia e Ginecologia ha chiuso i battenti poco dopo aver festeggiato
l’arrivo di Martina G., Kg 3.050, venuta alla luce il 20 aprile 2002: l’ultima
cicogna dell’Ospedale!
Ed è da sottolineare che il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda
Sanitaria Locale N. 8 – Vibo Valentia Presidio Ospedaliero di Tropea non era uno
di quelli in cui le nascite erano scarse. Infatti, dal primo gennaio 2002 e fino
all’aprile scorso erano nati 32 bambini, 14 maschi e 18 femmine: un buon numero
considerando che la città conta circa 7.000 abitanti! Inoltre, i dati relativi
al 2001, con 192 nascite, e al 2000 (187) mostrano, oltre un trend positivo di
crescita della popolazione, l’importanza e la necessità di avere una struttura
apposita ed idonea a garantire un servizio essenziale, in prima fila in caso di
emergenze.
Al contrario, un tale reparto avrebbe dovuto essere ammodernato ed ampliato e
non solo per assicurare l’arrivo delle nuove speranze di Tropea, ma anche per
curare ed eventualmente prevenire malattie che ai nostri giorni sono in
continuo, spaventoso aumento (cancro della mammella, dell’utero ecc.): insomma
per dare una speranza a chi soffre e che oggi si trova anche a dover sopportare,
suo malgrado, viaggi strazianti, lontano da casa.
Un appello, laddove potesse servire, è da rivolgere, per forza di cose, al neo
sindaco, dott.ssa Domenica Cortese, anche in quanto medico e in nome di quel
giuramento di Ippocrate pronunciato a suo tempo, affinchè intervenga a sanare una tale
situazione, ricordando soprattutto con quanto amore ha dichiarato, recentemente
in una nostra intervista, la propria ferrea decisione di “non aver voluto mai
trasferirsi altrove … per quel singolare legame, quasi magico, che c’è tra il
cittadino e Tropea”.
Ed è con questa residua speranza, dura a morire, e non con la paura che possa
trattarsi del primo passo verso la definitiva chiusura del nosocomio calabrese,
che concludiamo questo articolo che non avremmo mai voluto scrivere!