I CASTELLI DI UN ANTICO SPLENDORE
In unepoca proiettata nel tanto
sospirato terzo millennio, rimane pur sempre nellanimo di molti il desiderio di non
seppellire il passato, glorioso o meno che sia. E quali migliori testimoni della nostra
storia se non i castelli?
testo di Alessia Tarantino
foto di Salvatore Libertino
Arroccata sulla rupe di Pizzo, a picco sul
mare, torreggia una fortezza aragonese, famosa per essere stata teatro, nel 1815, degli
ultimi tragici giorni di un personaggio rimasto sospeso fra storia e mito, Gioacchino
Murat. Le stanze in passato destinate alla guarnigione hanno ospitato per anni giovani
provenienti da tutto il mondo, entusiasti di alloggiare in così affascinante scenario. I
locali sovrastanti erano invece occupati da unassociazione culturale.
Ottenuti gli stanziamenti al restauro, il castello è stato ristrutturato ed ora può
essere visitato.
Diversa è la storia
dello pseudo castello feudale di Caria (frazione del comune di Drapia) edificato agli
albori del secolo dalla famiglia Toraldo, a cui appartiene tuttora, sui resti della
residenza estiva del filosofo tropeano Pasquale Galluppi. Sebbene interamente costruito in
cemento, ledificio è tuttavia una splendida testimonianza di architettura
neogotica, come dimostrano gli archi a sesto acuto, le torri quadrangolari dalle merlature
ghibelline, le bifore e le altre numerose decorazioni artistiche. La costruzione è
inoltre circondata da un parco un tempo meraviglioso, in cui si trovano una chiesetta in
stile neoclassico ed un maneggio. Il comune di Drapia vorrebbe allestirvi una biblioteca
filosofica, ma, per realizzare questo progetto, è necessaria unespropriazione a cui
i proprietari si oppongono decisamente.
Così, anche questo complesso monumentale, dichiarato dinteresse particolarmente
importante dal Ministro ai Beni Culturali e Ambientali, va deteriorandosi giorno dopo
giorno in attesa di un restauro che forse non avverrà mai.
Più fortunato è
il caso del castello di Vibo Valentia. Iniziata da Ruggero il Normanno nel 1066, la
costruzione venne in seguito ampliata da Svevi ed Angioini. Anche questa fortezza, che si
staglia verso il cielo imponentemente ancorata alla verde collina dellantica
Monteleone, si trovava in stato di avanzato degrado. Restaurata, ripulita, quasi riportata
allantico splendore, la rocca ospita ora il museo precedentemente sito in palazzo
Gagliardi, arricchito di un raro monetiere risalente al periodo della Magna Grecia. La
vicenda di questo castello dimostra che la buona volontà e lamore per la storia
possono superare, anche se non sono certamente sufficienti, problemi legali e ristagni
burocratici.
Un dato di fatto è che essi non riescono a debellare latteggiamento di chi, per
ignoranza o per loschi interessi, lascia che il tempo trasformi questi tesori in cumuli di
macerie e di rammarico.
|
|
||