A
colloquio con Romano
"Tropea rinascerà se avrà alla sua guida gente valida"
Abbiamo voluto incontrare Il colonnello Pasquale Romano, oggi
presidente della Consulta delle associazioni del territorio
di Vittoria Saccà
foto Salvatore Libertino
Tropea - Una carica che ha assunto particolare valenza in questo periodo di vacatio a palazzo Sant’ Anna. Come si sa, dal settembre del 2005, alla guida dell’amministrazione del Comune, vi è il Commissario straordinario vice prefetto Annunziato Vardè, perché il sindaco Domenica Cortese e tutta la sua amministrazione, sono usciti di scena prima del termine della legislatura. Ora, si dovrà pensare all’elezione di un nuovo sindaco e di una nuova giunta, non appena sarà possibile. E mentre si tessono le fila per le alleanze al fine di comporre le liste, la vita deve continuare e la Consulta delle Associazioni, con l’appoggio del Comune e della Provincia, tenta di dare alla città la vita sociale che merita. E’ riuscita a colorare di luci e di armonia il periodo natalizio con tante iniziative andate a buon termine, ora si sta impegnando per rallegrare l’atmosfera del Carnevale.
Per Romano, Tropea rinascerà se avrà alla sua guida gente valida in grado di coltivare tutte le preziosità che essa contiene di già.
Ma da uomo militare come egli è stato, infatti ha condotto la carriera militare dal 1972, il colonnello Romano pone alla nostra attenzione l’ennesimo impoverimento perpetrato ai danni dell’intera regione con la chiusura del Centro Militare di medicina legale di Catanzaro.
La sua chiusura causerà non pochi danni alla Calabria; era l’unico centro esistente nella regione e ciò significa che tutte le forze militari e paramilitari ed il personale civile dei vari enti statali dovranno recarsi altrove per le necessità richiedenti un centro del genere. Il più vicino è a Messina che, comunque, dipende da Palermo, poi vi è Bari se non addirittura Napoli.
La chiusura del Centro Militare, si dice sia avvenuta per realizzare, nel contempo, economia di risorse sia di personale sia finanziarie. Ma Romano fa una sua precisa analisi che fa risaltare, invece, un quadro diverso, perché le spese per lo spostamento in sedi più lontane, per avere l’assistenza medico- legale, avranno sicuramente le loro ripercussioni sulle casse militari più di quanto si possa pensare. Egli infatti valuta che i Comandi interessati dovranno sostenere in circa tre mesi, una spesa che normalmente avrebbero sostenuto in un anno. Oltre a ciò si devono considerare inoltre le ripercussioni a livello ordinativo ed organizzativo che i vari Comandi interessati dovranno affrontare per le lunghe assenze che il personale inviato a visita in altri luoghi di cura, dovrà effettuare. “Non so - commenta Romano - se sia il caso che la Corte dei Conti indaghi al più presto sulla convenienza economica della chiusura del CMML di Catanzaro”.
Ma oltre a questa “scandalosa chiusura” il col. Romano segnala la completa assenza di tutte le forze politiche che non hanno saputo, o voluto, contrastare ed evitare la chiusura di un Ente importante anche per l’espletamento di pratiche medico- legali relativi agli Enti locali esistenti sul territorio regionale. Ed infatti, come al solito, invece di cercare di trovare insieme una soluzione per risolvere la questione, hanno ritenuto opportuno incolparsi a vicenda.
Eppure, il Centro, è stato sempre attivo portando avanti un enorme lavoro se si pensa che, anche se in maniera orientativa, sono state espletate circa 4000 pratiche per l’Idoneità al S.M.I. (Servizio Militare Incondizionato), e 800 pratiche per cause di servizio e pensioni privilegiate ordinarie; senza contare le attività ambulatoriali nei vari settori. In effetti sono state fatte circa 2000 visite presso l’ambulatorio di dermatologia e allergologia, 300 visite odontoiatriche, 5000 esami presso il laboratorio analisi, 600 visite presso l’ambulatorio chirurgico, 4000 nell’ambulatorio ortopedico, 700 in quello neurologico, 2000 in quello psichiatrico, 2000 presso il consultorio psicologico, 1000 in quello oculistico, 2500 nell’ otorinolaringoiatrico, 2000 nella fisiopatologia respiratoria, 3500 in cardiologia, 1300 in endoscopia digestiva, 1200 per attività di radiologia, 4000 per il servizio di medicina ed igiene del lavoro. Un immane lavoro come si può evincere dalle cifre, ma tutto questo non ha impedito la chiusura del Centro gravando altri di lavoro in più.
Oggi Catanzaro non ha più il suo Centro Militare di medicina legale e a soffrirne non è solo la città ma l’intera Calabria che viene gravemente danneggiata perché viene privata di un valido servizio per militari, paramilitari e civili, purtroppo, nel silenzio più assoluto.
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www.tropeaedintorni.it febbraio 2006 |