Il Club Inner Wheel e l'Associazione Kuore insieme per un "Sogno"
Proposta alla Consulta, la collaborazione per il progetto, "Un ponte per un sogno due"
L'obiettivo primario è ospitare i bambini della Bilorussia ammalati di leucemia
di Vittoria Saccà
foto archivio tropeaedintorni.it
Tropea - Il Club service Inner Wheel presieduto pro tempore da Raffaella Romano, e l’associazione Kuore presieduta da Teresa Grimaldi, nei locali della biblioteca comunale, hanno proposto alla Consulta delle associazioni del territorio, presieduta da Pasquale Romano, una fattiva collaborazione alla realizzazione del progetto “Un ponte per un sogno 2”.
Come certamente si ricorderà, il progetto consiste nel far venire nella nostra cittadina un gruppo di bambini bielorussi ammalati di leucemia e che, proprio a causa della salute precaria, non possono essere ospitati nelle famiglie in estate e nel periodo natalizio come avviene ormai da tempo in Tropea., grazie all’impegno portato sempre avanti con costanza dall’associazione Kuore.
Il primo progetto Un ponte per un sogno, lanciato dall’Inner Wheel sotto la presidenza di Vittoria Calabrò, unitamente all’associazione Kuore, è nato per realizzare il sogno di un bambino di 10 anni, di Maksimau Serghei che, dal suo lettino nell’ospedale di Minsk, soffriva, e sognava nello stesso tempo, nel veder partire i suoi compagni verso una terra a lui negata per via dello stato di salute. Scrisse quindi una toccante lettera che fece spalancare mille porte. Così il suo sogno, che diventò il sogno di altri nove bambini, è stato realizzato. Tutto ciò grazie anche alla partecipazione di altri club Inner di Calabria, del club Rotary di Tropea, dei nostri Padri Redentoristi, delle scuole, di tutte le associazioni del territorio, tanto da diventare non più il progetto di due associazioni, bensì il progetto dell’intera cittadina che ha abbracciato con amore la venuta di dieci bambini e tre loro accompagnatori.
Secondo quanto è stato detto in seno alla Consulta, quando il loro soggiorno è terminato, dal 15 aprile al 17 maggio 2005, sono stati salutati con l’impegno che la città avrebbe fatto il possibile per farli ritornare a Tropea, dove il sole e il mare sono per loro fonte di salute.
Le presidenti Romano e Grimaldi, quindi, hanno rilanciato il progetto sottoponendolo a tutti coloro che ne vorranno fare parte.
Da alcuni contatti telefonici avuti con i medici di Minsk si è potuto apprendere che il tempo trascorso nella nostra città è stato di grande aiuto per la salute dei dieci bambini. Come ormai abbiamo imparato, loro sono le innocenti vittime dell’esplosione avvenuta nella centrale nucleare di Cernobyl il 26 aprile del 1986, seminando intorno i tre quarti degli scarichi radioattivi. A distanza di vent’anni, i bambini continuano ad ammalarsi e a morire. Si ammalano particolarmente di leucemia e sono in tanti a trascorrere la loro esistenza nei lettini dell’ospedale oncologico pediatrico di Minsk.
Secondo le dichiarazioni dei medici, particolarmente del Professor Vasilyj Nasterenko, fisico nucleare che ha in cura i bambini, bisogna portarli lontano da quella terra contaminata per vedere maggiori benefici nelle cure “Dobbiamo portarli via da qui! – infatti ha detto - Dovrebbero poter passare almeno due mesi l’anno in regioni pulite.”
Nel 2005, a Tropea i bambini sono rimasti un mese; ora s’intende riportarli nel mese di giugno e possibilmente per più tempo. Ma ciò si potrà realizzare solo con l’aiuto di tutti.
E cosa non trascurabile, è che adesso, ad aspettare che si realizzi un sogno, non è solo il piccolo Serghei, ma sono tutti gli altri nove che hanno potuto soggiornare nella cittadina; loro aspettano di ripartire, non bisogna deluderli.
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