Intervista a:
Gerardo Barone Adesi
Presidente della Lega Navale Italiana, preoccupato per
la prossima concessione della gestione del porto che dovrebbe durare 50 anni,
di Caterina Pandullo
foto Salvatore Libertino
L’oneroso aumento delle tariffe di ormeggio, addirittura raddoppiate, essendo passate dagli € 800 del 2005 agli € 1600 nel 2006, stabilito dalla società concessionaria del porto di Tropea, ha provocato un diffuso malcontento tra i proprietari di barche di piccola dimensione Una vibrata protesta è stata sollevata anche dalla locale sezione della Lega Navale Italiana, che ha reso noto, tramite un manifesto affisso sui muri della nostra cittadina, di avere investito della questione, nella speranza di un intervento tempestivo e proficuo, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Direzione Generale per le Infrastrutture della navigazione marittima ed interna, la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, il Presidente della Giunta Regionale Della Calabria, l’Assessore Regionale del Demanio Marittimo, il Commissario Straordinario del Comune di Tropea. Per avere maggiori delucidazioni sulla vicenda ho proposto un’intervista al Presidente della sezione locale della Lega Navale, dott. Gerardo Barone Adesi. Il discorso è partito da lontano, precisamente da quando il porto non era stato ancora completato e dunque si poteva agire con calma e ponderazione.Con la delibera n.32 del 30/06/2000 il Consiglio Comunale, di cui egli faceva parte come consigliere d’opposizione, stabiliva di costituire una società mista, formata per il 51% dal Comune di Tropea (socio di maggioranza) e dai Comuni limitrofi e per il resto da privati, scelti non sulla base di una gara ma su indicazione dello stesso Consiglio. Tale proposta era stata votata ed approvata dal Consiglio anche se, dice il dott. Barone Adesi “Io avevo votato contro perché, pur apprezzando il modo di costituire la Società che garantiva la maggioranza all’Ente pubblico, non condividevo le modalità di scelta dei soggetti privati”. Del problema della gestione del porto non si è più parlato fino all’11/10/2001, fino a quando,cioè, non è stata portata in Consiglio comunale una nuova proposta che prevedeva la revoca della deliberazione precedente, la 32 del 2000, e la costituzione di una Società mista che attribuiva l’80% ai privati e il 20% al Comune di Tropea. Continua il dott. Barone Adesi: “Dopo una chiusura affrettata dell’opera perché altrimenti non si sarebbe potuto dare in gestione alla Società che precedentemente si era costituita per questo scopo, nel luglio del 2003 la Capitaneria di porto di Vibo Marina assegnava all’attuale Società in concessione provvisoria la gestione del porto e delle sue attrezzature, compreso lo specchio demaniale acqueo, Successivamente, essendomi recato alla suddetta Capitaneria per ottenere, per conto della Lega Navale, uno spazio per potere operare, sia come banchina che come locale a terra (cosa che abitualmente è concessa in tutti i porti), ho appreso che subito dopo la concessione della gestione era stata fatta una gara, dicono pubblica ma di cui nessuno sa niente, e l’unica domanda presentata era stata quella della Società che aveva ottenuto la gestione provvisoria, gestione che scade il 31 dicembre 2006.” A questo punto l’intervistato dice una cosa di cui forse pochi sono a conoscenza: il porto di Tropea, contrariamente a quasi tutti gli altri porti della Calabria, che sono sotto la giurisdizione della Regione che li ha costruiti e poi li ha dati direttamente in gestione, è sotto la giurisdizione del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Questo perché il porto è stato dichiarato d’interesse nazionale con D.P.C.M. del 1995 e, nonostante questa competenza sia stata trasferita alle Regioni con un decreto legislativo del 1998, il porto di Tropea è rimasto sotto la giurisdizione del Ministero, forse, aggiunge il dott. Adesi, “ per dare più valenza al porto e accelerare l’iter dei lavori. Comunque la concessione demaniale del porto deve darla il Ministero, anche se il Comune deve esercitare un’azione di controllo, essendo il porto all’interno del suo territorio, affinché la Società concessionaria non abbia a vessare i cittadini, ed è questo il motivo per cui ho scritto anche al Commissario straordinario del Comune”. Per quanto riguarda il problema delle tariffe il dott. Barone Adesi dice che esso si era posto già dal primo anno della concessione della gestione e mette in evidenza che per scegliere il socio privato il Comune ha indetto una gara e i partecipanti hanno dovuto proporre delle tariffe. La Società che ha vinto è quella che ha proposto le tariffe più basse, però in realtà le tariffe praticate già nel primo anno non erano per alcune metrature quelle che aveva garantito ma erano state maggiorate. “Il Testo Unico degli enti locali, all’art. 112, prevede inoltre, aggiunge il dottor Adesi, che quando si costituisce una società bisogna salvaguardare il carattere sociale del servizio e promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali. Se l’esito poi è quello di far guadagnare il privato a danno del cittadino, vengono meno i fini sociali che dovrebbero essere alla base della costituzione di una società che amministra beni realizzati con soldi pubblici.”
L’ideale sarebbe che il Comune gestisse direttamente l’opera e reinvestisse gli utili a vantaggio della collettività; l’ingresso del privato nella gestione della cosa pubblica, auspicato per beneficiare del bagaglio di competenze e di professionalità che si presume debba possedere, sarebbe opportuno se il rapporto di partecipazione fosse tale da consentire uguali possibilità decisionali nella scelta dei provvedimenti da adottare e soprattutto se l’ente pubblico traesse dall’opera vantaggi economici da poter reinvestire e distribuire a vantaggio della collettività.
Alla scadenza della concessione provvisoria, fissata per il 31/12/2006, dovrebbe essere data quella definitiva. La preoccupazione dei cittadini è che l’attuale società essendo stata l’unica ad avere partecipato alla gara (secondo quanto asserito dall’intervistato), potrebbe ottenere dal Ministero la concessione per la bellezza di altri 50 anni.
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www.tropeaedintorni.it marzo 2006 |