Il 26 luglio 2003 la piccola Comunità di Orsigliadi di Ricadi ha gremito la piazza antistante la chiesa parrocchiale di San Martino, presenti le Autorità Civili e Religiose, nonché parenti ed amici.
di Enzo Taccone
foto Salvatore Libertino
Tropea – I cinquant’anni di vita sacerdotale di Don Domenico Pantano sono stati festeggiati partendo da un atto significativo: la benedizione del nuovo altare che lo stesso uomo di Chiesa ha voluto regalare alla comunità parrocchiale che segue da 42 anni come Pastore. L’altare è stato realizzato dal Maestro Sandro Sanna, originario della Sardegna.
Tra le moltissime testimonianze di affetto, oltre agli auguri inviati dalla Segreteria dello Stato Vaticano, si segnalano, come degni di nota, i voti augurali portati da una delegazione della Parrocchia di Maria SS. Del Rosario di Cannavali di Aiello Calabro dove Don Pantano ebbe il primo incarico pastorale. Un paese senza luce e senza strada, dove nessuno voleva andarci e che Don Domenico è riuscito a portare alla civiltà, lottando e non poco con i politici di quel tempo.
Don Domenico ha avuto la responsabilità del Seminario Vescovile di Tropea, ha insegnato nelle scuole superiori e ne ha assunto la Presidenza. E’ Vicario Episcopale e direttore dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero. Ha aderito facendone parte attiva al Movimento degli Oblati del Sacro Cuore fondato dal Servo di Dio Don Francesco Mottola che lo ha aiutato ed accompagnato nella sua vita religiosa facendogli da guida spirituale.
Alla presenza del Vescovo e di tantissimi confratelli della Diocesi che hanno concelebrato la Santa Messa, prima del rinfresco, Don Domenico Pantano ha ringraziato, con visibile commozione, tutti i presenti.
Ha ricordato di provenire da una famiglia numerosa, povera e analfabeta ma con tante ricchezze dentro l’animo. Ha ricordato il percorso non facile di questi 50 anni di vita pastorale e tutte le persone che lo hanno aiutato e guidato in questo difficile compito.
Ha concluso con questa preghiera:
”Nell’ultima tappa della mia avventura sacerdotale che io senta, o Signore, il
Tuo passo sicuro che non mi abbandona. Prendimi per mano e, se necessario,
portami in braccio per essere segno del Tuo Amore e strumento della Tua pace,
fino al traguardo finale del Tuo abbraccio di Padre-Materno”.
|
|
||