Una lettera direttamente da Atene riapre un dibattito storico
Continua la ricerca sulle origini di Tropea
Un archeologo studioso della Grecia antica ha suggerito ai soci della Trophaeum di verificare l’esistenza di eventuali monumenti alla vittoria nel territorio di Tropea e nei dintorni. Ciò per stabilire analogie etimologiche e storiche tra la Tropea calabrese e la Tropaia greca.
di Bruna Fiorentino
Roma - Non è di moltissimo tempo fa l’appello dell’ Associazione culturale Trophaeum, pubblicata sul sito www.gazzettinotropea.com, in cui si faceva richiesta, sia in italiano che in inglese, di informazioni sulla piccola città greca di Tropea in Arcadia, sulle alture del Peloponneso, per scoprire connessioni sull’omonimia ed eventuali antichi rapporti tra questa e la Tropea in Calabria. Benché ai nostri giorni si tratti di una piccola località, Bruno Cimino, direttore de “Il Gazzettino di Tropea e Dintorni” è da sempre convinto che l’uguaglianza del nome non sia casuale ma fondata su motivate ragioni storiche e linguistiche. Infatti egli è sicuro che il nome Tropea derivi dal greco antico tropaion, lat. tropaeum che significa, appunto, trofeo o meglio segno di vittoria che consisteva, dapprima in un albero su cui si appendevano le armi dei vinti e poi in un monumento, in marmo o in bronzo, per celebrare una vittoria.
Tale è anche la posizione di un illustre archeologo dell’Istituto tedesco di Archeologia ad Atene, Jutta Stroszeck, il quale è stato per diverso tempo studioso di tropaia, ossia di monumenti celebrativi, propri di tutte le antiche culture. Secondo l’esperto, che ha risposto in modo esauriente all’appello del Gazzettino, giudicando dai parallelismi, il nome della Tropea italiana deriverebbe dalla presenza di uno o più monumenti eretti sul posto proprio come nelle vicinanze del villaggio greco di Psofide (dal greco Psophis, idos; lat. Psophis, idis) nell’Arcadia rinominato “Tropaia”, nome usato a tutt’oggi. Infatti, Stroszech citando Pausania, viaggiatore del II secolo d.C. e autore di una Guida della Grecia in 10 libri, poco fuori l’antica Psophis, sulla riva di un fiume, c’era un luogo, chiamato Tropaia, dove con ogni probabiltà erano stati innalzati monumenti celebrativi di qualche vittoria.
L’archeologo ritiene, quindi, che sicuramente a Tropea o nelle vicinanze, con ogni probabilità su un promontorio, dovevano trovarsi opere per ricordare qualche battaglia per mare o per terra. Inoltre egli invita a meglio studiare i resti archeologici dove dovrebbero trovarsi rilievi raffiguranti armi o, nella peggiore delle ipotesi, antiche travi in legno di tropaia decorati con armi.
L’ipotesi suggerita dalla studioso non chiarisce, tuttavia, l’origine esatta e certa del nome Tropea, la cui fondazione si perde nella notte dei tempi.
Le varie etimologie, che spaziano dal significato di “trofeo” (dal greco tropaion; latino tropaeum), a quello di “carena di nave” (in greco tropis) a quello di “rivolgimento meteorologico, burrasca” (dal greco tropaia) sono ancora incerte e non escludibili a priori. Come degni di nota sono i riferimenti alla mitologia greca secondo cui Ercole, figlio di Giove e di Alcamena, essendo stato allattato e di conseguenza tenuto in vita da Giunone, volle erigere una città per dedicarla alla sua nutrice, chiamandola appunto Tropea (dalla radice greca trepho, nutrire, alimentare).
Secondo altre fonti, Tropea sarebbe stata fondata da Publio Cornelio Scipione soprannominato l’Africano, il quale, dopo la conquista di Cartagine avvenuta nel 209 a.C., sulla via del ritorno per Roma, giunto in questi siti, ordinò la costruzione di una città che battezzò con un nome che spiegherebbe l’offerta di un trofeo agli Dei quale tributo di riconoscenza per averlo assistito nella vittoria.
Comunque sia lo stretto collegamento tra la Tropea italiana e quelle greca, sottolineato dal professor Jutta Stroszeck, rafforza le ipotesi di Cimino che, insieme al Presidente dell’Associazione Culturale Trophaeum Salvatore Libertino, non molto tempo fa erano stati invitati dal Sindaco della cittadina greca Dimitrios Papaspiliou proprio per cercare di trovare eventuali somiglianze.
Lo stesso sindaco greco nella Sua lettera scriveva che “ci sono molti elementi comuni tra i due Stati e le due città e soprattutto nella Tropea italiana dominata per lungo tempo dai greci”.
Con un minimo di altrettanto interesse di qualche nostro politico poco partitico
e molto mecenate, questo auspicato reportage si potrebbe anche realizzare.
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