Il Duomo - Veduta esterna (foto Salvatore Libertino)IL DUOMO

testo  Bruno Cimino
foto  Salvatore Libertino

In stile normanno, il duomo di Tropea che è il più importante luogo di culto cittadino, si raggiunge, arrivando da Piazza Ercole, attraverso Via Roma. Esso sorge su qualche rudere di una antica chiesa di rito greco.
I documenti più antichi, a conferma che già nel IV secolo a Tropea officiava una comunità religiosa, sono le lapidi trovate nei pressi dove si innalzava la "torre Lunga", i cui scritti onoravano le spoglie di alcuni cristiani del luogo. Duomo - Veduta della navata centrale (foto Salvatore Libertino)Queste le scritte rinvenute nel 1857 e nel 1876:

B.M.S. FIDELI IN XPO IHESV HIRENI QV(A) E VIXIT ANNIS LXV M(ENSIBVS) VIII D(IEBVS) X CVI BENE FECIT VIR EIVS PRAECESSIT FIDELIS IN PACE DEPOSITA XVIII KAL (ENDAS) MAIAS QV(A)E FVIT CONDVCT(RIX) M. TRAPEIANAE
B.M.S. SATURNINO QUI VIXIT ANNIS LV MV DX CVI BENE FECIT VXOR EIVS CVM FILI IS SUIS RECESSIT IN PACE
B.M.S. LETA PRESBITERA VIXIT ANN(IS) XL M(ENSIBVS) VIII D(IEBVS) VIII QVEI BENE FECIT MARITVS PR(A)ECESSIT IN PACE PRIDIE IDVS MAIAS

Tali tracce, ossia di quella terrucola Ecclesiae nostrae, come scrisse anche San Gregorio Magno ai monaci di S. Angelo, erano solo una parte dell’antica necropoli cristiana. Altre testimonianze rimasero sotto le mura della torre costruita dai Bizantini che, durante il loro dominio, per un breve periodo, trasferirono il culto dei cristiani nella cappella del castello, ricordata dall’abate Sergio con il nome di Santa Maria del Bosco.
Tra gli anni 840 e 850 i tropeani ebbero una nuova chiesa "La Cattolica" (citata dallo storico Teofane). In quell’epoca, i cristiani di Calabria erano sotto il rito greco e quando fu ristabilito quello latino si passò alla costruzione di una nuova chiesa, dalle cui ceneri, avanti negli anni, dovette sorgere l’odierna cattedrale.
Madonna della Romania con Corona prima della processione (foto Salvatore Libertino)L’Ughelli è il primo a parlarne ne "l’Italia Sacra", egli scrisse: - Basilica haec cathed. Architecturae sanae antiquae et magnificae - (questa Basilica Cattedrale è di architettura robusta, antica e grandiosa).
Secondo il marchese Felice Toraldo, cittadino di Tropea ed autore dello scritto "Il Crocifisso nero del Vescovado di Tropea" (1922), la cattedrale fu edificata nel XV secolo. ed inaugurata il 20 novembre 1496.
Danneggiata gravemente dal terremoto del 1905, che ne demolì una buona parte, venne restaurata tra gli anni 1927-1931 con modifiche alla struttura e alla decorazioni barocche (stucchi e marmi colorati), e quindi riportata alla sua quasi tradizionale figura artistica, fatta eccezione per il pavimento che doveva essere a mattoni quadrangolari, ma che per motivi di economia è stato rifatto con mattonelle rossoscure.
La parte esterna offre un aspetto sontuoso ammirando, per esempio, il fianco sinistro con finestre arcuate in alto e in basso e, sul retro le tre absidi semicircolari, ma anche semplice per lo stile lineare romanico-normanno con lievi accenni alla scuola barocca.
L’interno si presenta a tre navate con transetto incluso fra le pareti e le fiancate suddivise da due linee di pilastri a forma ottagonali ricostruiti come erano all’origine, ma irrobustite secondo le norme antisismiche con l’inserimento di nervature in ferro.
Sulla parete sinistra, sopra il portale, è posta una pala marmorea raffigurante la Resurrezione (secolo. XVI) che si suole attribuire a Fazio Gagini. In fondo all’abside minore della stessa navata laterale, il piccolo altare ospita un ciborio marmoreo di arte toscana del ‘400 con iscrizione bilingue, in latino e in greco; sopra il ciborio è esposta la Madonna della Libertà , una statua marmorea risalente al ‘500.
L’altare maggiore espone, in una cornice d’argento, il quadro della Madonna di Romania dal volto bruno, una tavola di cedro di stile bizantino del secolo VIII che come vuole la tradizione, pare essere stata salvata dall’ira delle eresie iconoclaste, raccogliendo e conservando sino ai nostri giorni la totale venerazione dei cattolici del luogo.
Crocifisso "Nero" (foto Salvatore Libertino)Sin dal 9 settembre 1877, per decreto Vaticano, la sacra immagine porta una corona d’oro, dono dei cittadini che vollero sostenere anche la spesa della cornice e del trono in argento.
L’altare della navata minore di destra, separato da quello centrale dall’organo, custodisce, sotto la semicupola della sua abside, una statua in marmo della Madonna del Popolo (del 1555), opera dello scultore Montasoli ed ordinata da Francesco Nomicisio, cittadino di Tropea e vescovo di Lesina (Foggia) nel 1503 e di Alife (Caserta) nel 1507, e dalle sue sorelle, unitamente ad un bassorilievo marmoreo raffigurante la Natività e incasellato nel settecentesco pulpito sito nella navata centrale.
Nel lato destro, la prima cappella, dedicata al Sacramento, è arricchita di due sepolcri in stile barocco della famiglia Galluppi e più avanti, all’ingresso della sacrestia, quello dello famiglia Cazetta di scuola gaginesca. Si passa poi nella sala Capitolare dove si trovano i ritratti di tutti i vescovi di Tropea che si sono succeduti dal 499 in poi.
Nella seconda cappella si trova il famoso "Crocifisso Nero", interessante intaglio ligneo di grandezza quasi naturale del quale non c’è nessun riferimento sul nome dell’autore. Bassorilievo raffigurante la Natività (foto Salvatore Libertino)Il Crocifisso, prima del 1700 era esposto sotto l’arco dell’abside maggiore, fu poi collocato nell’attuale cappella per ordine del vescovo Figueroa.
L’esterno destro della chiesa affaccia, attraverso un portale del ‘500, in un giardino che porta alle absidi e al Vescovado, la cui sede ha ospitato un "seminario", la caserma dei carabinieri, scuole ed associazioni cattoliche.
La parete con gli ingressi principali, ospita due delle sei "famose" bombe inesplose (si vuole per grazia della Madonna di Romania) sganciate dagli americani durante la II guerra mondiale e cadute in un campo (dove attualmente c’è il mercato ortofrutticolo), vicino l’attuale Via Montevideo.
Già in altre occasioni si ravvisò l’intervento della Protettrice, ma in particolare si ricorda il terremoto del 27 marzo 1638 che distrusse tantissimi paesi del circondario di Tropea che, invece, non fu colpita dall’immane catastrofe. Ciò avveniva nel momento in cui si svolgeva l’annuale processione della sacra effigie. Per ricordare l’avvenimento in Via Roma venne murata una lapide con la seguente iscrizione: ALLA VERGINE SANTISSIMA DI ROMANIA PERCHE’ PORTATA IN TRIONFO NELLA SUA TAUMATURGA EFFIGIE IL DI’ XXVII MARZO MDCXXXVIII, QUI PERVENUTA DALLE SCOSSE DI UN ORRENDO TERREMOTO DISTRUTTORE DI TANTE CITTA’ DELLA CALABRIA IN NOTTURNE VISIONI DA LEI PREANNUNZIATO AL VESCOVO SERBO’ INTATTA LA SUA TROPEA, POSERO I DEVOTI CONFERMANDO LA STORICA VERACITA’ DEL FATTO E LA PERENNE RICONOSCENZA DEL BENEFICIO.
Nella cattedrale si trovano, inoltre, una statua in argento di Santa Domenica con reliquia della vergine e martire, cittadina e primeva protettrice della città; la reliquia racchiusa in una preziosa urna sotto l’altare maggiore, consiste in un piccolo frammento della colonna dove la Santa soffrì il martirio; due sculture in marmo risalenti all’arte veneziana del ‘500, raffiguranti S. Pietro e S. Paolo; due medaglioni marmorei Piazzale Sagrato (foto Salvatore Libertino)sull’Annunciazione; tre bassorilievi raffiguranti la Madonna col Bambino, quello collocato sopra il portale è stato rifatto, in parte, con i resti del materiale originale, gli altri due si trovano rispettivamente sulla settecentesca porta del fianco sinistro e sulla parete del fianco destro; un Pastorale miniato con rilievi del XVI secolo, dono attribuito al conte Ruggiero; un Ostensorio ed un artistico Tosello d’argento per l’esposizione, entrambi del 1700; i Codici del XV secolo; il Presepe: rilievo marmoreo del ‘500; due medaglioni raffiguranti uno l’Arcangelo Gabriele e l’altro l’Annunziata ; le mitre dei Vescovi che hanno governato la Diocesi; un libro Corale in pergamena del XV secolo e vari arredi sacri.
La piazza sagrato ha la rara loggia porticale sveva del 1300 che collega la cattedrale al palazzo vescovile; per molti anni, i locali sopra adiacenti sono stati in parte adibiti ad uffici, scuole e sale ricreative, anche se da circa trent’anni si dice, negli ambienti della politica, essere destinati a museo.

 

 

Redazione Tropea e dintorni

 

 

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