Tropea,
capitale del turismo balneare e non solo della Calabria
Viaggio tra storia e cultura della perla del Tirreno
Solo valorizzando queste attrattive è possibile destagionalizzare il turismo e creare possibilità occupazionali per tutto l’anno
di Caterina Pandullo
foto Salvatore Libertino
E’
risaputo che l’economia della Calabria si basa su una sola vera industria: il
turismo, che però ha il suo grande limite nel fatto che l’offerta è ridotta al
solo periodo estivo; da qui la necessità , evidenziata anche alla BIT di Milano
di recuperare le attrattive di carattere storico-culturale di cui la nostra
regione, culla della magna Grecia, è piena. Occorre superare l’immagine
della
Calabria come terra di solo mare e portare all’attenzione dei visitatori la
straordinaria ricchezza e varietà del territorio: dai siti archeologici e dai
centri storici, retaggio delle millenarie civiltà che si sono succedute, ai
meravigliosi paesaggi montani con relative strutture capaci di attrarre
potenziali turisti nel periodo di bassa stagione. Solo valorizzando queste
attrattive è possibile destagionalizzare il turismo e creare possibilità
occupazionali per tutto l’anno. Tropea, capitale del turismo balneare della
Calabria, ha tutti i numeri per proporsi come meta di visitatori non solo
durante l’estate per le sue bellezze naturali ma anche nelle altre
stagioni
per la bellezza e originalità del suo centro storico, per i meravigliosi portali
dei suoi antichi palazzi nobiliari, per le chiese; tutto testimonianza del
glorioso passato che ha visto avvicendarsi sul suo territorio civiltà
documentate da ritrovamenti archeologici che fanno risalire la presenza umana in
tempo preistorico, al 3300 a.C. Alla fine degli anni venti, in occasione dei
lavori di consolidamento della cattedrale normanna, sono stati ritrovati
frammenti di vasi di creta forse ad uso sacrificale risalenti, appunto, al
periodo neolitico; nel 1962, nelle vicinanze del cimitero è stato individuato un
campo di urne cinerarie protovilliane, della prima età del ferro 1150-900 a.C.
Resti più visibili del suo passato, che
possono essere interessanti per il visitatore, risalgono all'epoca delle
invasioni barbariche. Dopo la caduta dell'impero romano, l'imperatore
Giustiniano, inviò una spedizione in Italia meridionale al comando del generale
Belisario, che, giunto in Calabria, fortificò Reggio, Gerace, Amantea e Tropea
dove fece costruire le mura e il castello. Il castello sorgeva nello spazio oggi
occupato dal palazzo Toraldo, le mura si snodavano ai due lati del castello,
l'ala di destra è ancora visibile, nella discesa verso la marina, quella di
sinistra, che arrivava fino all'odierna balconata della Villetta, è stata
diroccata nella seconda metà dell'800. Dopo i Bizantini a Tropea arrivarono
Musulmani, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Borboni, Francesi. Quasi tutti
lasciarono tracce del loro passaggio, soprattutto i Normanni con la cattedrale.
Non si sa con precisione a quando risale la costruzione della chiesa, che
compare nelle cronache scritte nel XII secolo ed è stata oggetto di una
complessa problematica estetico-storica per le differenze costruttive e
cromatiche delle sue parti. La parete del fianco sinistro con pseudo fìnestrine
in basso e gli archi e la maggior parte dei pilastri ottagonali in arenaria
dell'interno sono sicuramente normanne. L'interno è tutto in pietra proveniente
dalle cave sfruttate al tempo dei Normanni e degli Svevi. La facciata,
ricostruita nel recente restauro, è sormontata da un rosone del secolo XVI e da
una Madonna del seicento. Attaccato alla chiesa c'è il porticato svevo del 1200,
rimesso in luce dopo il 1927. Esso fa parte dell'antico palazzo episcopale della
città, oggi sede del Museo diocesano (degno di essere visitato) dove sono
esposte le opere provenienti dalle chiese cittadine e
da
alcune dell'antico territorio della Diocesi Superiore di Tropea. Si trovano
opere di autori meridionali, tra cui due icone, del XIII e del XV secolo. Molti
dipinti sono stati realizzati da pittori tropeani, un buon numero da Giuseppe
Grimaldi, e altri da Bagnati, Ruffa e Zangone, tutti della seconda metà del
'700. Sono esposti anche due importanti pezzi del Tesoro della Cattedrale: la
statua in argento di S. Domenica, antica protettrice di Tropea, e il tosello in
argento e rame dorato per l'esposizione del SS. Sacramento. Attualmente trovano
posto nel museo quattro grandi tele della seconda metà del '600 appena
restaurate, in attesa di essere ricollocate nella loro sede originaria, la
Cappella dei Nobili, che in seguito ai lavori di ristrutturazione di palazzo S.
Anna sede del Comune, ha subito dei danni per cui si verificano infiltrazioni di
acqua . Altre chiese possono richiamare l'attenzione del turista tra cui la
chiesa dell'Annunziata, costruita come romitorio nel 1400 in età gotica e
ristrutturata per volere di Carlo V d'Asburgo nel secolo successivo. Infatti nel
1535, dopo la battaglia di Seminara, l'imperatore sbarcò a Tropea nel suo
viaggio di ritorno verso
Napoli
e i cittadini in segno di omaggio gli offrirono una grossa somma di danaro che
egli volle fosse utilizzata per erigere una chiesa in onore dell'Annunziata .Del
romitorio rimangono le mura perimetrali, l'arco e la crociera del coro; mentre
del rifacimento del 1500 si possono ancora ammirare il portale, il grande
soffitto a cassettoni, il gruppo marmoreo dell'Annunziata, opera del Mazzolo, ed
il Coro Ligneo.
Tropea nel corso della sua storia ebbe una caratteristica che la contraddistinse dai centri viciniori: non fu sottomessa ad alcun signore feudatario ma solo ai legittimi sovrani del regno, fu città demaniale esentata da qualsiasi gabella. Per questa sua condizione privilegiata richiamò dalle città non demaniali molti altri nobili che diedero vita ad un centro storico costituito prevalentemente da palazzi patrizi con massicci portali, opera di valenti scalpellini di varie età ( gotica, umanistica, rinascimentale, barocca, neoclassica), che rappresentavano la condizione sociale del proprietario e sormontati a volte dagli stemmi di famiglia o da maschere contro il malocchio. E' lungo l'elenco di ciò che potrebbe suscitare l'interesse del potenziale turista nel periodo di "bassa stagione" ma, oltre al patrimonio storico, artistico, ambientale occorrerebbe dotare la città di strutture di carattere ricreativo-culturale che sono del tutto assenti: basti pensare che a Tropea non esiste una sala cinematografica, un teatro, luoghi di ritrovo diversi dai bar, sia per giovani che per anziani, discoteche, sale da ballo, piscine e luoghi attrezzati per poter praticare qualche sport.
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www.tropeaedintorni.it aprile 2006 |